Troina. I Ramara in “viaggio” sui Nebrodi

Troina. Ogni anno, nel mese di maggio, da tempo immemorabile, accada quel accada, con il bel tempo o con il cattivo tempo, i Ramara non rinunciano al “viaggio” sui Nebrodi per andare a toccare l’alloro in omaggio a San Silvestro, il santo patrono del paese al quale sono devotissimi. Molti devoti fanno il “viaggio”, come chiamano il loro pellegrinaggio, per sciogliere un voto contratto con il san Silvestro al quale si sono rivolti per chiedergli un aiuto a superare una delle tante avversità in cui si sono imbattuti. Richiamati dal rullo dei tamburi che risuonerà oggi pomeriggio per le vie del paese, i Ramara si raduneranno al 21.30 di questa sera nel piazzale antistante la chiesa di San Silvestro da dove partiranno a piedi alla volta delle foreste di Troina sui Nebrodi. Anche quest’anno saranno circa 400 i Ramara che andranno in pellegrinaggio sui Nebrodi. Ci saranno due ali di folla lungo le strade del centro urbano ad accompagnarli dalla chiesa di San Silvestro fino all’uscita del paese dove c’è il campo di calcio. E’ una grande festa, che le ombre della notte rendono ancora più suggestiva. Percorreranno un trentina di km per raggiungere domani all’alba il campo base dove sistemeranno le loro tende. Da qui un gruppo di staccherà per andare a toccare l’alloro ad Anghira di Faccialonga, in territorio del Comune di San Fratello. E’ un pellegrinaggio faticosissimo, che spesso i Ramara fanno anche in condizioni difficilissime, quando c’è cattivo tempo. Definire il loro pellegrinaggio un’impresa eroica, non è un’esagerazione ma una constatazione. Bisogna avere dei buoni garretti per camminare chilometri e chilometri lungo sentieri impervi di notte e spesso avvolti dalla nebbia, sferzati dal vento e sotto la pioggia. Ad accompagnarli c’è sempre qualche medico. Quest’anno porteranno con loro anche uno dei 14 defibrillatori automatici acquistati dalla Fondazione Danilo Bonarrigo e dal Comune di Troina per il progetto PAD (Pubblico Acceso al Defibrillatore). “Speriamo di non doverlo usare, ma per precauzione abbiamo deciso, d’intesa con la Fondazione Danilo Bonarrigo, di portarci al bosco anche un defibrillatore”, ci hanno detto l’assessore alle politiche sociali, Giacomo Plumari, e Pier Luigi Cantagallo, di professione infermiere, che sa usare il defibrillatore, nel caso in cui un pellegrino dovesse avere un attacco al cuore.
Silvano Privitera

 

Tratto da Radio Patti.